Componente monoclonale: cos’è e cosa significa nelle analisi?

Componente monoclonale: cos’è e cosa significa nelle analisi?

La componente monoclonale rivela la presenza di una proteina anomala, chiamata anche proteina M, presente all’interno del circolo sanguigno. A che cosa serve e cosa rivela la componente monoclonale nelle analisi sanguigne? Prosegui la lettura per scoprire di che cosa si tratta.

Proteina M, monoclonale: di che cosa si tratta?

Con proteina M, componente monoclonale si intende la presenza anomala della proteina all’interno del circolo sanguigno, più precisamente nelle cellule plasmatiche presenti nel midollo osseo. Nella maggior parte dei casi la componente monoclonale non si rivela pericolosa per la salute dell’organismo, ma con il passare degli anni il soggetto può andare incontro a patologie cancerogene del sangue e altri disturbi.

Dopo la rilevazione della proteina è importante tenere sotto controllo i livelli di gammopatia monoclonale al fine di intervenire in caso di effetti collaterali sulla salute. Le plasmacellule presenti nel midollo osseo, originate da un’unica cellula madre all’interno delle quali si accumula immunoglobulina, danno origine a loro volta alla componente monoclonale. Un’eccessiva proliferazione di proteine anomale porta ad un possibile stato patologico per l’organismo, producendo una quantità eccessiva di anticorpi.

Rischi patologici e cause

La componente monoclonale si associa spesso ad alcune patologie, tra cui il mieloma multiplo e tutte le sue varianti, malattie delle catene pesanti, macroglobulinemia di Waldenström, amiloidosi e leucemia plasmacellulare. Le cause alla base della componente monoclonale sono ad oggi sconosciute, reputate in parte responsabili dell’invecchiamento del sistema immunitario, dopo i 30 anni di età.

Sintomi, diagnosi e trattamenti

La diagnosi della componente monoclonale avviene tramite l’esame del sangue, per  elettroforesi, un esame specifico delle sieroproteine. Per rilevare la presenza della proteina anomala è necessario rivolgersi a strutture di laboratorio specializzate. L’esame viene generalmente prescritto dal proprio medico curante dopo un’accurata anamnesi delle condizioni generali del paziente.

Oltre alla elettroforesi si rendono necessari ulteriori esami come la biopsia o l’agoaspirato osteomidollare, una radiografia dello scheletro, un esame emocromocitometrico, proteinuria di Bence Jones, VES, LDH, proteina C reattiva e beta 2 microglobulina. Il corredo sintomatico della componente monoclonale si presenta spesso silente, accompagnato tuttalpiù da indolenzimento e formicolio o dolori a livello articolare. 

In condizioni sotto controllo la componente monoclonale non richiede specifici interventi, ma soltanto controlli periodici dei valori della proteina anomala. In caso di evoluzione negativa dei rischi, associata a specifiche patologie, si ricorre ai trattamenti farmacologici come nel caso dei bisfosfonati in presenza di una perdita a livello osseo, farmaci come Fosamax, Boniva, Reclast, Zometa, Actonel.

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