Quando un nostro caro viene a mancare, la nostra prima referenza è quella delle onoranze funebri. Ma cosa significa affidarsi ad un franchising funebre? Entrar a far parte dei servizi funebri è un progetto non indifferente per chiunque voglia investire all’interno di una professione abbastanza redditizia. Quello delle agenzie funebri è un business in crescita e incredibilmente attivo che, oggi tiene conto di 50 mila occupati, di cui la metà lavora direttamente mentre il resto opera all’interno della filiera. Ogni anno in Italia muoiono circa 650 mila unità, che corrisponde ad un fatturato di quasi 2 miliardi di euro. Di fronte questi dati, investire nelle onoranze funebri permette tante opportunità di guadagno, quello che più conta è monitorare le richieste del mercato garantendo un servizio di alta qualità. Quello delle pompe funebri però non è un settore che si può scegliere senza avere un minimo di conoscenza consolidata, infatti aprire un’attività da soli è piuttosto complesso ed impegnativo.
La posizione della burocrazia italiana
Cosa dice la burocrazia italiana in merito all’apertura delle agenzie funebri? L’articolo 7 del disegno di legge n.2492 indica l’attività funebre come un’attività imprenditoriale vera e propria connessa alla salute pubblica e alla sicurezza pubblica. Sulla base della normativa, soltanto le imprese che possiedono l’autorizzazione diretta del comune possono di fatto mettere in pratica l’attività funebre. Questo requisito è valido sull’intero territorio italiano. Per poter aprire regolarmente un’agenzia funebre bisogna munirsi di:
- Una sala dentro cui esporre i prodotti funebri;
- Una sede in cui ospitare i clienti;
- Diversi autofunebri pensate per il trasporto;
- Un personale addetto alla gestione delle pratiche d’amministrazione;
- Un titolare responsabile dell’agenzia;
- Un minimo di quattro necrofori.
I passaggi imprescindibili per aprire un’agenzia
Visitare le pompe funebri a Roma Funerali Roma potrebbe dare una panoramica corretta di come una vera agenzia funziona. Questa, per la sua apertura, ha dovuto realizzare la presentazione della SCIA, ovvero una dichiarazione utile alla modifica, al trasferimento o alla chiusura/apertura di un’attività produttiva. Il comune ha un tempo pari a 30 giorni per comunicare i dati alla ASL del territorio, che entro 60 giorni deve verificarne la validità. Il secondo passaggio implica l’invio di una comunicazione unica e telematica per informare gli enti preposti sull’uso dell’attività. Infine si devono sbrigare le pratiche presso l’agenzia delle entrate, dove bisogna consegnare il modello di inizio attività per aprire una partita Iva.