La gravidanza è un momento molto particolare, contrassegnato da un crescendo di cambiamenti. Ancora una volta, nella vita della donna, si verificano trasformazioni dentro e fuori il suo organismo, con molte conseguenze benefiche ma anche altre, che si rivelano molto fastidiose. Una di queste problematiche tipiche del periodo della gestazione, è l’anemia gravidica. L’anemia è una condizione che vede una sensibile diminuzione dell’emoglobina all’interno del circolo sanguigno e che porta con sé, spiacevoli episodi spiacevoli.
Cause dell’anemia gravidica: perché si verifica?
Chiunque può soffrire di anemia. Può essere ereditaria o può sorgere successivamente, può colpire donne e uomini, adulti e bambini. In gravidanza, però, il fenomeno ha una spiegazione ben precisa e delineata: il sangue è composto da una porzione liquida (plasma) in cui è immersa quella solida, di cui fanno parte le cellule sanguigne. Le cellule del sangue si possono, a grandi linee, dividere in due macro categorie: globuli bianchi e globuli rossi. All’interno dei globuli rossi, vi è una proteina, detta emoglobina. Questa proteina è responsabile del trasporto dell’ossigeno all’interno dell’organismo umano.
In gravidanza, però, accade che la componente plasmatica si trovi in quantità superiori a quelle della componente cellulare, con conseguente abbassamento dei livelli di emoglobina. Tutto questo, ha come conseguenza il verificarsi di spiacevoli sintomi legati ad uno stato di spossatezza, spesso invalidante.
Altre cause possono essere:
- Consumo di alcool e tabacco;
- Malnutrizione;
- Diagnosi di anemia precedente alla gestazione;
- Vomito e diarrea frequenti;
- Gravidanze gemellari;
- Eccessivo sforzo fisico.
I sintomi
Il corredo sintomatico della condizione è simile a quello legato all’ipotensione e in particolare, alle crisi lipotimiche. Vengono spesso riscontrati:
- Stanchezza eccessiva, con difficoltà nello stare in piedi;
- Pallore in volto;
- Formicolio avvertito alle estremità degli arti (mani e piedi) con progressivo intorpidimento;
- Forti capogiri, sensazione di cadere;
- Irregolarità del battito cardiaco (aumento);
- Nausea improvvisa.
Nella maggior parte dei casi non è nulla di anomalo o preoccupante, ma è saggio farlo presente al ginecologo che segue la vostra gravidanza, così da risolvere il problema nella maniera più tempestiva.
I rischi
Quando si parla di anemia in gravidanza, è bene agire per tempo. Situazioni gravi o prolungate possono mettere a rischio il feto e la sopravvivenza della madre in fase di travaglio. Attualmente sono in corso diversi studi, alcuni dei quali, mettono in correlazione statistica i casi di scarso sviluppo neurologico del neonato con diagnosi di anemia gravidica. Inoltre, il parto potrebbe rivelarsi eccessivamente emorragico per la madre del nascituro.
La cura
Ancora una volta bisogna ricordare l’importanza della prevenzione, oltre che all’attenzione scrupolosa nei confronti dei segnali che il nostro corpo ci invia. Fondamentale, quindi, è non farsi cogliere impreparati. Ai primi sintomi è bene fare una chiacchierata col proprio medico ed effettuare, prima della ricerca di maternità, delle analisi specifiche che dichiareranno una predisposizione o una forma di anemia in corso, che verrà trattata e risolta prima dell’inizio di una gestazione.
Una sana e completa alimentazione e uno stile di vita corretto e privo di sostanze nocive, però, giocano un ruolo molto importante in questi casi. In gravidanza, più che in ogni altro momento, prestare la massima attenzione alle proprie abitudini e alla propria dieta è un dovere, verso noi stessi e verso il nascituro.